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Fukushima: è crisi diplomatica tra Cina e Giappone

Tokyo chiede la rimozione del divieto, mentre l'Aiea rassicura tutti: "Acque sicure"

Il giorno dopo l'inizio dello sversamento nell'Oceano Pacifico delle acque della centrale nucleare di Fukushima, i livelli di radioattività riscontrati nei campioni di acqua marina sono stati dichiarati ampiamente al di sotto dei limiti di sicurezza. Tepco, la società che gestisce l'operazione, riferisce che "il valore analizzato è inferiore a 1.500 bequerel (misura della radioattività il cui limite di sicurezza è fissato a 60.000, ndr) per litro". Inoltre, gli esperti dell'Aiea "sono presenti sul posto per fungere da occhi della comunità internazionale e garantire che lo scarico avvenga come previsto, in conformità con gli standard di sicurezza dell'Aiea", ha dichiarato il capo dell'organismo delle Nazioni Unite, Rafael Grossi.

Nel frattempo, però, l'operazione sta scatenando una vera crisi diplomatica tra Giappone e Cina. Da Pechino viene affermato che l'acqua trattata presso l'impianto di Fukushima è stata usata per raffreddare il combustibile nucleare fuso, mettendo in dubbio l'autenticità e l'accuratezza dei dati relativi ai liquidi contaminati, nonché la mancanza di chiarezza sull'impatto a lungo termine sulla sicurezza alimentare e sulla salute delle persone. 
Il ministero degli Esteri cinese, in una dichiarazione ufficiale afferma che "adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare la sicurezza alimentare e la salute della nostra popolazione".

Da parte sua, il ministro deglii Esteri giapponese Kenji Yamada ha formalizzato la protesta durante l'incontro dei ministri del Commercio e degli Investimenti del G20 nella città indiana di Jaipur. Yamada afferma che il divieto di import disposto dalla Cina (leggi notizia EFA News) non si basa su dati scientifici e ha chiesto di revocarlo immediatamente. Sui media cinesi non è menzionata la notizia che i piani del Giappone sarebbero in linea con gli standard di sicurezza dell'Aiea. 

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EFA News - European Food Agency
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