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Granchio blu: Regione Lazio prospetta reti a strascico

La proposta dell'assessore Righini passa ora al vaglio del ministero dell'Agricoltura

La diffusione del granchio blu, ormai, non è un problema soltanto per l'Adriatico. Anche il Tirreno - Liguria e Toscana in primis - deve fare i conti con il voracissimo crostaceo arrivato dall'America. L'emergenza è finita anche sul tavolo della Regione Lazio, nel corso di un vertice all'assessorato al Bilancio, all'Agricoltura e alla Pesca, il cui titolare Giancarlo Righini si è detto intenzionato a chiedere al ministero dell'Agricoltura "l’autorizzazione della pesca a strascico, in via straordinaria e per pochi giorni, sotto le tre miglia. In questo modo - sostiene l'assessore Righini sarà possibile fare un ‘censimento' della vera consistenza del problema. Il grido d’allarme che ci arriva ogni giorno dai pescatori non ci può lasciare indifferenti". 

Sulla stessa lunghezza d'onda del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (leggi notizia EFA News) e di vari amministratori locali (leggi notizia EFA News), Righini auspica che "il granchio blu diventi presto una ‘risorsa' in termini commerciali", sottolineandone l'"ottima qualità" e le "importanti capacità nutrizionali". A tale scopo, prosegue l'assessore laziale all'Agricoltura, "introdurremo tutti gli strumenti necessari per accelerare la possibilità di mettere a disposizione dei consumatori questo prodotto che potrebbe portare benefici anche dal punto di vista farmaceutico e della salvaguardia dell’ecosistema".

Nel litorale laziale, c'è apprensione per la diffusione del granchio blu, nemico naturale di pressoché tutti i molluschi bivalvi: cozze, vongole, cannolicchi e, in modo particolare, le telline, da sempre preziosa risorsa ittica di quest'area costiera.

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EFA News - European Food Agency
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