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Grano Ucraina: Europa dell'Est a un bivio

Polonia e Ungheria insistono sul protezionismo, la Bulgaria apre al libero commercio

Domani, venerdì 15 settembre sarà la giornata decisiva in merito al possibile prolungamento del blocco delle importazioni di grano ucraino in cinque Paesi dell'Unione Europea. "Abbiamo concordato regole chiare e venerdì prenderemo una decisione", ha dichiarato all'emittente polacca Tvn, il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. La Polonia è, assieme a Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria, uno dei governi che, dallo scorso giugno praticano restrizioni al grano ucraino, permettendone, però, il transito.

Un eventuale sblocco di dette importazioni - o, al contrario, un mantenimento delle misure protezionistiche - sarà adottato in base a "dati e fatti sul campo", ha detto von der Leyen, ricordando che, grazie ai corridoi della solidarietà, "il 60% del grano ucraino viene esportato verso Paesi terzi". Il presidente della Commissione Europea ha quindi rilanciato la necessità che la Russia, a sua volta, ponga fine al blocco delle esportazioni cerealicole dal Mar Nero.

All'interno della Commissione Europea, i cinque Paesi dell'Est "protezionisti", trovano la sponda nel commissario all'Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, che, sposando gli interessi del proprio Paese, si conferma favorevole al divieto di importazione, poiché la misura avrebbe contribuito a incrementare le esportazioni al di fuori del blocco. Da Varsavia, del resto, il premier Mateusz Morawiecki ha scritto su X (l'ormai ex Twitter): “La Polonia non permetterà che il grano ucraino ci inondi. Qualunque sia la decisione dei funzionari di Bruxelles, non apriremo le nostre frontiere”. 

Sulla stessa lunghezza d'onda il ministro dell'Agricoltura ungherese Istvàn Nagy, che, in un videomessaggio su Facebook, afferma: “Sono tempi straordinari e dobbiamo trovare soluzioni comuni alle sfide. Le circostanze eccezionali che giustificano il divieto di importazione da parte dell’Ue permangono e intendiamo mantenere le restrizioni all’importazione del grano ucraino”. Nagy ha anche annunciato che il suo governo e le autorità degli altri quattro Paesi introdurranno dei divieti a livello nazionale, nel caso in cui domani la Commissione Europea non volesse venire incontro alle loro richieste.

Chi invece è pronto a un cambio di passo è il primo ministro bulgaro Nikolay Denkov, che ha detto: "Siamo chiari: la ripresa delle importazioni dall’Ucraina ridurrà i prezzi degli alimenti di base, ridurrà l’inflazione, aiutando le persone a basso reddito, e aumenterà le entrate di bilancio derivanti dalle importazioni e dalle esportazioni”.

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EFA News - European Food Agency
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