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Carni rosse, contrordine: sono un alleato per salute e ambiente

E' quanto emerso dal simposio di Accademia nazionale agricoltura/Confagricoltura

La carne rossa può essere sostenibile a livello salutistico, economico, ambientale ed etico? La risposta è sì per l’Accademia Nazionale di Agricoltura. Il suo consumo equilibrato permette di portare benefici alla salute e l’impatto ambientale degli allevamenti bovini italiani è virtuoso e contribuisce anche all’incremento delle fonti energetiche rinnovabili. 

 E' quanto emerso dal simposio che si è svolto oggi presso sede di Confagricoltura a Roma, dal titolo Carni rosse: economia, salute e società. Una riflessione”, organizzato dall’Accademia Nazionale di Agricoltura. L’incontro è stato l’occasione per fornire uno sguardo approfondito sull’intera filiera della produzione di carne rossa in Italia, partendo dal comparto zootecnico fino ad arrivare alle qualità nutrizionali del prodotto e al suo impatto ambientale, con l’intenzione di fornire corrette informazioni sul rapporto carne rossa-salute-ambiente

Secondo gli organizzatori, infatti, la produzione di carne, in particolare quella bovina, è messa in discussione da numerose e incontrollate fake news. Per esempio, a livello scientifico nessuna patologia è associata unicamente al consumo di carne rossa e l’aumento del rischio di comparsa di patologie riferibili alla carne rossa dipende, sia dalla quantità e frequenza del suo consumo, che da variabili indipendenti riferibili al singolo consumatore.

Lo stesso dicasi a livello ambientale dove il comparto zootecnico, in particolare quello bovino, è considerato il maggiore a impatto climalterante e azotato nell’ambito delle filiere agro-alimentari ma, per quanto riguarda l’Italia (dati ISPRA), le emissioni riferite a tutta la zootecnia sono al 5,9%, di cui solo il 3,5% è rappresentato dalle carni (esclusi latte e uova), contro il 14,5% su scala mondiale (dati FAO).

Il convegno ha visto la partecipazione di numerosi esperti del settore, professori universitari delle università di Bologna, Cattolica del Sacro Cuore, Sassari e Bari, rappresentanti della Società Italiana di Nutraceutica e della Nutrition Foundation of Italy. 

“Gli impatti della carne bovina sono in linea con quelli degli altri prodotti animali e vegetale; oltre il 90% degli alimenti inseriti nel ciclo produttivo – ha esordito il Prof. Giuseppe Pulina Ordinario di Zootecnia Speciale Università di Sassari - del bovino da carne non sono utilizzabili dall’uomo per cui la filiera mostra una efficienza da 0,6 a 1,0 nella valorizzazione delle sostanze azotate vegetali in proteine nobili animali; i 2/3 dei terreni agricoli sono dedicati al pascolamento in quanto non utilizzabili per colture arative. Esistono ampi margini per ridurre le emissioni degli allevamenti e aumentare i sequestri di carbonio delle superfici a pascolo, che secondo i dati FAO ammonterebbero da 1,7 a 3,4 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno, e per portare i sistemi produttivi della carne bovina verso il traguardo net zero fissato dagli accordi COP26 di Glasgow. L’emergere di nuove metriche per la corretta valutazione del potere termizzante dei gas climalteranti, a lunga e breve emivita in atmosfera, comporta una completa revisione degli impatti ad oggi stimati con l’impiego di valori in CO2 che non tengono conto della differenza fra stock, da impiegare per i primi, e flusso da utilizzare per i secondi. L’applicazione dei modelli GWP (Global Warming Potential) che esprime il valore termizzante in CO2 alle filiere dei bovini da carne dimostra che, se le emissioni di questo gas restano costanti o si riducono, esse non incidono sul riscaldamento globale, nel primo caso, oppure contribuiscono al raffreddamento dell’atmosfera, nel secondo”.

“La carne rossa, a lungo demonizzata come nociva per la salute dell’uomo, è in realtà un alimento che, consumato con moderazione nell’ambito della Dieta Mediterranea, apporta all’alimentazione umana proteine di alto valore biologico, e micronutrienti importanti per la salute quali il ferro, per il 40% nella forma maggiormente biodisponibile per l’organismo, e la Vitamina B12, di cui può arrivare a coprire sino al 100% del fabbisogno giornaliero. Apporta - ha detto la Prof. Silvana Hrelia Ordinaria di Scienze per la Qualità della Vita Università di Bologna - significative quantità di aminoacidi ramificati, fondamentali per la crescita e il mantenimento della massa muscolare, al punto che 100 g di carne bovina ricoprono oltre il 50% del fabbisogno giornaliero. È una preziosa fonte di molecole bioattive quali carnitina, carnosina, Coenzima Q, acido lipoico e creatina, che svolgono importanti funzioni regolatorie nel metabolismo, nonché di peptidi bioattivi, liberati durante la digestione gastrica, con azioni multifunzionali tra cui quella anti-ipertensiva e anti-infiammatoria”.

“Il consumo di carne, per il suo valore nutrizionale e per il ruolo che svolge nel supportare la crescita, lo sviluppo e la salute umana è di primaria importanza in tutte le fasi della vita. Nell’infanzia - ha continuato la Dott.ssa Elisabetta Bernardi, Specialista in Scienze dell’alimentazione, biologa e nutrizionista Università di Bari - la carne fornisce proteine di alta qualità, essenziali per la crescita e la riparazione dei tessuti, compresi muscoli, ossa e organi. La carne è inoltre una significativa fonte di ferro eme, il ferro altamente assorbibile fondamentale per lo sviluppo cognitivo e la prevenzione dell’anemia nei neonati e nei bambini. Durante l’adolescenza, la rapida crescita e l’incremento dell’attività fisica aumentano il fabbisogno di proteine e dei nutrienti essenziali presenti nella carne. Le adolescenti inoltre hanno un fabbisogno più elevato di ferro e la forma altamente biodisponibile presente nella carne ne fa un alimento da privilegiare. Con l’avanzare dell’età, il mantenimento della massa muscolare diventa cruciale per la salute generale e la funzionalità. Le proteine della carne forniscono amminoacidi essenziali necessari per la manutenzione e la riparazione muscolare. Durante la gravidanza e l’allattamento, le donne hanno bisogno di nutrienti aggiuntivi, tra cui proteine, ferro e vitamine del gruppo B, per sostenere la crescita fetale e la produzione di latte. Negli anziani, il mantenimento della massa muscolare è fondamentale per l’indipendenza e la salute generale. I nutrienti della carne aiutano a soddisfare queste necessità”. 

“Indicazioni mediche per una assunzione ragionata e ragionevole di carne rossa si basano sull’esistenza di alcune condizioni cliniche in cui l’apporto aminoacidico, minerale come ferro o zinco e vitaminico, ottenibili con queste carni, possono giustificare un’indicazione specifica all’assunzione ragionevole di questi alimenti. Esempi specifici – ha detto il Prof. Arrigo Cicero Presidente Società Italiana di Nutraceutica - sono la prevenzione e la gestione della perdita di massa muscolare a seguito di immobilizzazione prolungata, anche parziale e solo di pochi giorni, per traumi o malattie, incluse quelle psichiatriche. Il fenomeno si amplifica nel periodo post-chirurgico se vi è necessità di cicatrizzazione, e più in generale di riparazione dei tessuti, più o meno associata ad importante perdita di sangue con conseguente anemizzazione”.

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EFA News - European Food Agency
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