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Linea dura su "milk sounding": presentato ddl Carloni

Previste sanzioni pecuniarie e sequestro della merce per tutti i falsi prodotti lattiero-caseari

Da più di dieci anni non è possibile in alcun modo usare la parola “latte” associata alle bevande vegetali, da quando l’Europa, con il regolamento UE n° 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, ha deciso di tutelare la denominazione "latte" e le denominazioni dei prodotti lattiero-caseari, come "formaggio", "burro", "yogurt" vietandone l’utilizzo per prodotti ottenuti da ingredienti di origine vegetale. Un divieto che, tuttavia, è stato spesso aggirato grazie a legislazioni nazionali troppo blande. 

Per correre ai ripari, tre deputati della Lega hanno presentato un disegno di legge su "Disposizioni in materia di sanzioni amministrative per l’impiego abusivo della denominazione di 'latte' e di quelle dei prodotti lattiero-caseari". La proposta è stata avanzata da Mirco Carloni (presidente della Commissione Agricoltura alla Camera e primo firmatario), Davide Bergamini e Attilio Pierro. Il provvedimento dovrebbe iniziare il suo iter in questi giorni proprio in Commissione Agricoltura a Montecitorio.

All’art.1, il disegno di legge stabilisce che "chiunque prepara, produce, confeziona, detiene, vende […] o pubblicizza prodotti alimentari utilizzando denominazioni che usurpano, imitano o evocano la denominazione di latte […] è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria […] e al sequestro della merce".

"I prodotti lattiero-caseari", ha dichiarato Carloni, "sono alimenti preziosi, ll loro consumo è raccomandato dalle linee uifa nutrizionali nazionali e internazionali, sono parte integrante della sana e corretta alimentazione e, nelle loro mille forme, raccontano storie, territori, tradizioni".

Tuttavia, osserva lo stesso presidente della Commissione Agricoltura, "è sempre più frequente riscontrare nelle etichette, nella presentazione e nella pubblicità di prodotti alimentari un irregolare ricorso all'impiego di denominazioni lattiere o a richiami alle stesse per descrivere, definire e pubblicizzare prodotti ottenuti a partire da ingredienti di origine vegetale oppure nei quali gli ingredienti lattieri sono sostituiti in tutto o in parte da ingredienti di origine differente. Tale comportamento è ingannevole per il consumatore, crea confusione tra prodotti appartenenti a categorie alimentari distinte e altera il mercato, a danno di tutta la filiera del latte nazionale".

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EFA News - European Food Agency
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