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Salone del Libro: Grana Padano celebra Verdi

Un saggio e un docufilm realizzati con il contributo del Consorzio di Tutela

Si è aperta ieri l’edizione 2025 della più importante fiera del libro italiana, celebrando la figura del grande maestro. All’interno dello stand istituzionale della Regione Emilia-Romagna sono stati presentati il libro “Verdi non è di Parma” di Marco Corradi, edito da Persiani editore che quest’anno festeggia i 20 anni di attività, e il docufilm “Le stanze di Verdi”, con la regia di Riccardo Marchesini e la supervisione di Pupi Avati, da cui è tratto.

Un incontro che, oltre a veder presenti l’autore Corradi, il produttore del docufilm Giorgio Leopardi e l’editore Paolo Emilio Persiani, ha visto la partecipazione di Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano e in video collegamento anche di Pupi Avati.

Giuseppe Verdi faceva parte della famiglia del Grana Padano con le sue aziende nel Piacentino, intorno a Sant’Agata, sottolinea Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela. "Un’attività per lui importante e che seguiva con la passione che ci ha lasciato nella sua musica immortale. Valorizzare questa parte rilevante della sua vita è una missione culturale importante per il mondo del Grana Padano, che ogni giorno vede 50mila persone impegnate a produrre e a esportare il formaggio Dop più consumato nel mondo con la dedizione così viva nel Maestro”.

Infatti, forse non tutti sanno che Giuseppe Verdi - che è nato a Roncole di Busseto (Parma), ma ha vissuto per oltre 50 anni nel piacentino a Sant’Agata di Villanova sull’Arda -, non è stato solo il grande maestro e compositore conosciuto in tutto il mondo, ma anche un appassionato imprenditore agricolo. È proprio su questo suo aspetto, che una parte del libro di Corradi così come il docufilm di Marchesini si concentrano. La passione di Verdi per l’agricoltura lo condusse a investire i proventi dei suoi lavori nell'acquisto di molti terreni in provincia di Piacenza, ma anche di caseifici, dove produceva il Grana Padano.

Verdi non è di Parma, di Marco Corradi (avvocato in Piacenza, appassionato cultore e studioso di storia locale italiana), è un libro uscito ad aprile 2023 edito da Persiani Editore. Siccome Verdi visse molti anni in territorio piacentino, questo il pensiero dell’autore: "Sappiamo che non si sceglie dove nascere, ma dove vivere e lavorare. Era un nostro concittadino, dunque piacentino, perché ha scelto di vivere qui". Questa tesi di Corradi amplia un’analisi realizzata dalla studiosa statunitense Mary Jane Phillips-Matz e con il suo libro si propone dunque di dimostrare la “piacentinità” di Giuseppe Verdi, che nasce nella “bassa tra Piacenza e Parma” il 10 ottobre 1813 da genitori provenienti da famiglie piacentine, da poco trasferitesi per lavoro dal Ducato di Piacenza a quello di Parma, ovvero poco oltre il confine a Roncole di Busseto. Qui gestivano l’osteria, dove Verdi ha cominciato a suonare l’organo.

Nel 1848 poi, nel pieno della sua maturità personale, artistica e professionale, il maestro oltrepassa l’Ongina, il fiume che nell’ultimo tratto del suo corso segna il confine fra le province di Parma e Piacenza. Torna dunque a Sant’Agata nel piacentino, la terra da cui provengono i suoi avi e dove costruisce il nido per il resto della sua vita, per oltre cinquant’anni. Sant’Agata rappresenta il 'luogo verdiano per eccellenza', la sua 'patria d’elezione'. È qui, tra l’altro, che sorge Villa Verdi e ancora oggi sembra di scorgere il compositore seduto al pianoforte, intento a suonare, oppure sulle rive del laghetto a forma di chiave di violino, dove nuotavano elegantemente i suoi prediletti cigni. Verdi non è di Parma è un libro che ricorda come il maestro sia piacentino a tutti gli effetti. "L’ho scritto per sottolinearlo", spiega l’autore, "ma anche per spronare i piacentini a ricordarsi di questo illustre loro concittadino".

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