Dazi/8. Federprima: "Evitata escalation ma ancora troppe incognite"
Ferrari: "Chiediamo massima trasparenza dalle istituzioni e confronto con rappresentanze produttive”

“L’accordo raggiunto tra Unione Europea e Stati Uniti evita un’escalation tariffaria che avrebbe rischiato di compromettere ulteriormente gli scambi commerciali transatlantici. Tuttavia, non possiamo ignorare le molteplici incognite che gravano sull’agroindustria italiana”, dichiara Silvio Ferrari, presidente di FederPrima, la federazione Italiana delle imprese dei cereali, della nutrizione animale e delle carni costituita da Assalzoo, Assocarni e Italmopa, aderente a Confindustria, commentando l’intesa sul nuovo assetto doganale tra Bruxelles e Washington.
L’accordo introduce un dazio armonizzato del 15% su una vasta gamma di prodotti europei esportati negli Stati Uniti (leggi notizia EFA News). Le prime indicazioni segnalano che tale aliquota dovrebbe sostituire – e non sommarsi – ai dazi preesistenti, ma resta da chiarire l’ambito settoriale di applicazione, in particolare per comparti sensibili come quello agroalimentare, già soggetto a misure non tariffarie e a complesse barriere fitosanitarie.
L’intesa fa inoltre riferimento a un principio di dazio zero reciproco su determinate categorie merceologiche, elemento che, se attuato in modo coerente, potrebbe rappresentare un passo avanti nella liberalizzazione degli scambi. “Si tratta certamente di un principio significativo”, osserva Ferrari, “ma prima di trarne valutazioni positive è fondamentale comprendere quali settori ne beneficeranno concretamente, e se l’agroindustria italiana sarà inclusa tra questi”.
In assenza di dati ufficiali e di una chiara definizione delle categorie esentate, non è possibile esprimere una valutazione realistica sull’impatto economico dell’accordo. "Chiediamo massima trasparenza da parte delle istituzioni e l’apertura immediata di tavoli di confronto con le rappresentanze produttive” conclude Ferrari. “È necessario monitorare con attenzione sia lo sviluppo delle misure applicative, sia i termini dell’accordo in materia di importazione delle commodities energetiche dagli Usa e, se del caso, prevedere strumenti di sostegno per i comparti più esposti, a partire proprio dall’agroindustria”.
È infine indispensabile che, nell’ambito degli accordi sui dazi, si tenga conto delle numerose barriere non tariffarie – sanitarie, tecniche e amministrative – che continuano a ostacolare gli scambi e penalizzano in modo strutturale l’export italiano.
EFA News - European Food Agency