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Cibi artificiali: quanto ci costano (in denaro e in salute)

Dal rischio oligopolistico e antidemocratico alle possibili ricadute sul Dna umano

Il saggio "Cibi falsi" di Riccardo Fargione e Stefania Ruggeri affronta la tematica sia dal punto di vista economico, sia medico-scientifico.

Negli ultimi dieci anni, le carni a base cellulare hanno attratto investimenti per oltre tre miliardi di dollari. L'80% di tale ineguagliabile somma è stata investita nell'arco del triennio 2021-2023. E' significativo, tuttavia, che, dopo il picco raggiunto nel 2021, con 1,4 miliardi, nei due anni successivi le cifre annuali investite siano scese prima a 922 milioni (2022), poi a 226 milioni.

Sono alcuni dei dati che emergono dal libro-dossier "Cibi falsi. Tutte le menzogne sugli alimenti ultraprocessati e l'industria della carne artificiale", a cura di Riccardo Fargione e Stefania Ruggeri (Newton Compton). Il volume è stato presentato al Policlinico Gemelli di Roma (leggi notizia EFA News) e, in quell'occasione, EFA News ne ha intervistato gli autori (leggi notizia EFA News).

Tra i Paesi che più finanziano il cibo creato in laboratorio, gli Usa mantengono ben saldo il primato con 1,75 miliardi di dollari investiti nell'ultimo decennio. Seguono Israele (656 milioni), Paesi Bassi (193 milioni), Regno Unito (143 milioni) e Singapore (75 milioni).

Nel loro saggio, Fargione e Ruggeri rilevano il significativo parallelismo tra il nuovo business della "carne coltivata" e i colossi dell'informatica e della finanza mondiale: tra i più illustri sostenitori del presunto cibo del futuro, figurano infatti il fondatore di Microsoft Bill Gates, il cofondatore di Google Sergey Brin, il fondatore di Virgin Group Richard Branson, il cofondatore di Yahoo Jerry Yang, il cofondatore di Sun Microsystems Vond Khosla. Significativo, in particolare, l'apporto del patron di Amazon Jeff Bezos, che ha annunciato un investimento di 60 milioni di dollari, con la fondazione Bezos Heart Fund per istituire centri per le proteine sostenibili.

Uno dei risvolti che preoccupa gli autori di "Cibi falsi" è, di conseguenza, la concentrazione del business della carne artificiale nelle mani di pochi ma potentissimi miliardari. E' in gioco, quindi, affermano "la tenuta democratica dei sistemi del cibo, sotto la minaccia di nuovi oligopoli che chiaramente non fanno bene ai mercati e neanche ai consumatori".

"Fermiamoci solo un momento a pensare", scrivono Fargione e Ruggeri, "se in futuro la produzione di cibo, che oggi è assicurata da milioni di imprese diffuse su tutto il pianeta, venisse sostituita dalle scelte di pochi soggetti che, svegliandosi al mattino, potrebbero decidere chi sfamare, come e a quale prezzo. Oggettivamente un'eredità troppo pesante e preoccupante da lasciare alle future generazioni".

I cibi artificiali - il cui relativo successo è anche dovuto all'attecchimento delle subculture ambientalista e animalista - tuttavia non rappresentano soltanto una minaccia sul piano economico e politico ma mettono a repentaglio anche la salute dei loro consumatori. Del resto, "la scienza ha già avanzato più di una perplessità sui nuovi cibi cellulari", ricordano Fargione e Ruggeri nel loro saggio.

Non solo l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) sta prendendo tempo nell'elaborare un parere tecnico da sottoporre alla Commissione Europea ma persino alcuni "addetti ai lavori" hanno espresso i loro dubbi. E' il caso di un ricercatore appartenente al Mosa Meat, una delle aziende impegnate nella produzione della carne artificiale, che in un saggio scientifico, mette in guardia dalla possibilità di contaminazioni microbiologiche (batteri o virus), causata dall'uso dei sieri fetali bovini che possono contenere, appunto, virus e prioni e di cui non si conosce neanche la composizione. "La possibile presenza nella carne o nel pesce di lavoratori di materiali 'estranei' e non sicuri che possono essere assorbiti dagli scaffold, dagli stampini in cui le cellule vengono fatte crescere e rimanere nel prodotto finale, può provocare allergie o, a lungo termine. anche malattie", si legge in "Cibi falsi".

Gli stessi scienziati annoverano anche i possibili rischi genetici nella coltivazione di linee cellulari, legati a possibili modifiche del Dna per  effetti di deriva genetica , alterazioni "spontanee" non indotte, che possono verificarsi nei passaggi per far rimanere vive le cellule a lungo e/o per renderle "immortali". Queste mutazioni potrebbero portare alla produzione di nuove molecole in questi alimenti, oggi sconosciute al nostro organismo con possibili effetti allergizzanti.

"I cibi da laboratorio, essendo simili ma non identici ai cibi che consumiamo, potrebbero sviluppare nuove molecole dopo la cottura casalinga o durante la loro conservazione", spiegano gli autori. Sebbene anche la grigliatura delle carni, se non fatta ad arte, può portare alla formazione di composti cancerogeni, le ammine eterocicliche, è facile proteggersi da tale rischio con determinati accorgimenti. Nel caso dei cibi coltivati in laboratorio, invece, "non sappiamo cosa succede durante e dopo la cottura e quali molecole potranno formarsi".

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EFA News - European Food Agency
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