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Libri. "Cibi falsi": un pericolo invisibile ma capillarmente diffuso

Presentato al Policlinico Gemelli, il saggio di Riccardo Fargione e Stefania Ruggeri

Il volume mette in guardia dai rischi per salute cagionati dagli alimenti ultraprocessati, offrendo anche uno spaccato degli interessi economici sottesi alla loro produzione e distribuzione commerciale.

Cibi ultraformulati e sintetici, come le carni a base cellulare, rappresentano una minaccia per la salute e l'ambiente, oltre che un affare per pochi. Ciò rappresenta un problema per giovani e anziani ma, in modo particolare per le nuove generazioni, sempre più irretite dalle sirene del "junk food". Con l'obiettivo di fare chiarezza una volta per tutte, è uscito il saggio "Cibi falsi" (Newton Compton, pp. 224, 2025), a cura di Riccardo Fargione e Stefania Ruggeri.

Il volume, presentato oggi presso l'Aula Brasca del Policlinico Gemelli a Roma, ha il pregio di offrire uno sguardo multidisciplinare e onnicomprensivo. Direttore della Fondazione Aletheia, Riccardo Fargione è un'economista, esperto di tematiche legate a cooperazione e sviluppo e all'impatto dei sistemi agroalimentari. Prima ricercatrice e nutrizionista del Crea, Stefania Ruggeri è docente incaricata all'Università La Sapienza di Roma. Esperta di alimentazione e salute ha al suo attivo numerose pubblicazioni, che spaziano dalla dieta mediterranea al rapporto tra adolescenti e cibo.

Secondo gli autori, i cibi falsi rappresentano una minaccia non solo al nostro benessere, ma anche ai sistemi economici e alla società intera. Nella parte curata da Riccardo Fargione, in particolare, sono presenti tutti i dati relativi al business delle grandi multinazionali del food e, per l'appunto, dei coriacei interessi sottesi alla produzione di alimenti ultraprocessati.

A margine della presentazione del libro, Fargione ha messo in luce alcune delle più gravi conseguenze del consumo di cibi ultraformulati: si va dai "tassi di obesità cresciuti del 40% negli ultimi anni e quelli di diabete cresciuti del 65%, a causa anche di prodotti processati con una serie di additivi chimici che evidentemente non fanno bene alla nostra salute. Il nostro libro vuole raccontare a tutti i cittadini, partendo anche dalle istituzioni e dal ruolo centrale delle politiche per una corretta alimentazione".

Il volume intende guardare alle "diverse prospettive sulla problematica che oggi avvolge il cibo e, in particolare il "cibo falso'. Abbiamo provato ad analizzare la tematica da due punti di vista, quello di un economista e quello di una nutrizionista, mettendo insieme queste esperienze e raccontando oggi che il cibo, quello vero, è un prodotto che arriva dalla natura", conclude il coautore.

Da parte sua, Stefania Ruggeri ha illustrato a EFA News ulteriori spunti del volume: "Vi raccontiamo anche come si può riuscire a mangiare nel modo giusto per mantenere la propria salute". Quanto ai cibi coltivati in laboratorio, aggiunge la studiosa, "ad oggi, la letteratura scientifica ha dimostrato che questi cibi non sono assolutamente uguali a cibi che noi consumiamo normalmente e che il nostro organismo riconosce, quindi sono cibi di cui non conosciamo assolutamente la sicurezza alimentare. Servirebbero numerosi studi clinici e preclinici per dimostrarne la salubrità, quindi la possibilità, in un momento futuro, di consumarli. Ma questo non credo sarà possibile...", conclude Ruggeri.

Tra i relatori alla presentazione di "Cibi falsi", Antonio Gasbarrini, direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, che, a colloquio con EFA News, ha messo in luce in particolare il fatto che "nel nostro Paese, oltre il 50-60% delle calorie che i bambini ingeriscono provengono proprio da alimenti ultraprocessati", quindi "possono avere un'incontrovertibile danno sulla salute, in particolare aumentano l'insulinoresistenza, il diabete precoce, la metainfiammazione e, addirittura, malattie neurodegenerative o neuropsichiatriche, dall'autismo alla depressione".

Un altro problema è legato al fatto che "spesso questi alimenti, attraverso delle vere e proprie formulazioni cliniche, un aumento della sapidità, in qualche modo ingannano il nostro cervello", spiega Gasbarrini. Dal momento in cui "esiste un legame, un asse tra intestino e cervello, nel sistema limbico, nel centro del nostro cervello e delle emozioni arrivano dei falsi neutotrasmettitori. Pertanto, "questi alimenti in qualche modo ingannano il nostro cervello e questo inganno determina un aumento dei questo utilizzo", conclude lo studioso.

Alla presentazione del libro, sono intervenuti, tra gli altri: Daniele Franco, presidente Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs; Stefano Lucchini, presidente Fondazione Aletheia; Vincenzo Gesmundo, segretario generale  Coldiretti; Felice Adinolfi, docente Università di Bologna; Andrea Rocchi, presidente Crea; Cristina Mele, direttore Uoc Nutrizione Clinica Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs.

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EFA News - European Food Agency
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