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I dazi di Trump? Illegali

Conferma da Corte d'Appello Usa: attesa per le mosse del tycoon che si rivolgerà Corte Suprema

I dazi di Trump sono illegali. Lo ribadisce una la Corte d'Appello del Federal Circuit di Washington, D.C., che ha ribadito, di fatto, la sentenza del 28 maggio emessa dalla US Court of International Trade, la corte federale statunitense per il commercio (leggi notizia EFA News). La decisione non è stata unanime: i giudici si sono divisi e il no ai dazi ha prevalso per 7 a 4. La sentenza era attesa il 31 luglio scorso ma la discussione ha avuto bisogno di un iter più lungo di circa un mese, arrivato a conclusione venerdì scorso, 29 agosto.

La legalità riguarda quelli che Trump definisce dazi “reciproci” imposti nell'ambito della sua guerra commerciale ad aprile scorso (leggi notizia EFA News), nonché una serie separata di dazi imposti a febbraio contro Cina, Canada e Messico (leggi notizia EFA News). La corte ha consentito che i dazi rimangano in vigore fino al 14 ottobre per dare all'amministrazione Trump la possibilità di presentare ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Secondo gli esperti, infatti, l'amministrazione Trump si aspettava questo risultato e sta preparando un piano B, "presumibilmente per mantenere i dazi in vigore attraverso altre leggi”.

La decisione della corte non ha alcun impatto sui dazi emessi in base ad altre autorità legali, come i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio. Trump ha reagito sul suo social Truth lamentando definendo la decisione come emanata da "una corte altamente di parte: se queste tariffe dovessero mai scomparire, sarebbe un disastro totale per il Paese”, ha postato il presidente.

Dal canto suo, la sentenza della corte d'appello, sul solco di quella emanata a maggio dalla Corte federale statunitense per il commercio sottolinea ancora una volta che “la legge conferisce al presidente un'autorità significativa per intraprendere una serie di azioni in risposta a una dichiarazione di emergenza nazionale, ma nessuna di queste azioni include esplicitamente il potere di imporre dazi, tasse o simili, né il potere di tassare”.

E, di nuovo, anche la corte d'appello si rifà all'uso che Trump ha fatto dell'Ieepa, l'International emergency economic powers act del 1977, una legge sulle emergenze economiche. ”Trump -sostiene la Corte- ha giustificato entrambe le serie di dazi, così come le imposte più recenti, ai sensi dell'International Emergency Economic Powers Act. L'Ieepa conferisce al presidente il potere di affrontare minacce 'insolite e straordinarie' durante le emergenze nazionali. Sembra improbabile -spiega la Corte- che il Congresso, nel promulgare l'Ieepa, intendesse discostarsi dalla sua prassi passata e concedere al presidente un'autorità illimitata di imporre dazi”. 

La legge del 1977 era stata storicamente utilizzata per imporre sanzioni ai nemici o congelare i loro beni. Trump, il primo presidente a utilizzare l'Ieepa per imporre dazi doganali, afferma che le misure erano giustificate dati gli squilibri commerciali, il declino della potenza manifatturiera degli Stati Uniti e il flusso transfrontaliero di droghe.

A sua volta, il Dipartimento di Giustizia di Trump ha ribattuto che la legge consente l'imposizione di dazi doganali in base a disposizioni di emergenza che autorizzano il presidente a “regolare” le importazioni o a bloccarle completamente.

A questo punto, come aveva anticipato in un'intervista a EFA News Sara Armella, avvocato esperto di diritto doganale (leggi notizia EFA News), Trump porterà la questione davanti alla Corte Suprema. Anche se, come ha detto Armella nell'intervista, "Trump ha abbracciato questa politica portata avanti come una bandiera ma, probabilmente, cercherà di trovare maggiori appigli politici, magari passare attraverso il Congresso e utilizzare altri strumenti che sono consentiti dalla normativa americana per introdurre i dazi".

Anche perché Trump, secondo molti esperti, è ormai in rotta di collisione proprio con la Corte Suprema, a cui potrebbe fornire un superlavoro: oltre alla questione dei dazi, infatti, c'è in ballo anche la  battaglia legale per rimuovere il governatore della Federal Reserve Lisa Cook che, mettendo potenzialmente fine all'indipendenza della banca centrale, quasi certamente finirà davanti alla Corte Suprema anch'essa. La quale Corte, lo ricordiamo, con una maggioranza conservatrice di 6 a 3, ha emesso una serie di sentenze favorevoli al programma del secondo mandato di Trump, ma negli ultimi anni si è anche mostrata ostile alle interpretazioni estensive delle vecchie leggi volte a conferire nuovi poteri ai presidenti. 

Fc - 53193

EFA News - European Food Agency
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