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Dazi: e se fosse Trump a pagare... dazio?

Se perde in Corte Suprema potrebbe dover restituire 1.000 miliardi di dollari: l'amministrazione studia altre strade

Lo aveva già detto lo stesso presidente Trump, pochi giorni fa, subito dopo la sentenza di appello che giudicava "illegali" i suoi dazi (leggi notizia EFA News): se dovesse essere respinto l'ormai deciso ricorso alla Corte Suprema "sarebbe un disastro economico" (leggi notizia EFA News). Adesso, a rinforzare il concetto, si aggrega anche il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent il quale ha dichiarato di essere "fiducioso" sul fatto che il piano tariffario del presidente Donald Trump "vincerà" alla Corte Suprema. 

Bessent però, ha messo le mani avanti e ha "avvertito", diciamo così, che il suo dipartimento sarà costretto a pagare "ingenti rimborsi" se l'Alta Corte si pronuncerà contro. "Se i dazi venissero eliminati -ha dichiarato Bessent in un'intervista televisiva- dovremmo rimborsare circa la metà dei dazi, il che sarebbe terribile per il Tesoro. Ma se lo dirà il tribunale, dovremo farlo".

La questione non sarà né rapida né facile: la Corte Suprema potrebbe impiegare fino all'inizio della prossima estate per emettere una decisione sulla legalità delle tariffe di Trump. Proprio per questo, ancora Bessent ha sottolineato che "rimandare la sentenza fino a giugno 2026 potrebbe portare a uno scenario in cui saranno già stati riscossi dazi per un valore compreso tra 750 miliardi e 1.000 miliardi di dollari e la loro revoca potrebbe causare notevoli disagi".

Trump, intanto, ha chiesto che la Corte Suprema ascolti le argomentazioni sul suo appello all'inizio di novembre e che emetta subito dopo una decisione definitiva sulla legalità delle tariffe contestate. nel frattempo, sta studiando il "piano C", se anche il "piano B" della Corte Suprema dovesse fallire. Nel senso che, benché Bessent e altri vicini all'amministrazione Trump, abbiano espresso fiducia nella Corte Suprema (sicuri che l'Alta Corte si pronuncerà a favore delle tariffe), l'amministrazione si difende preparandosi al peggio, qualora il sì della Suprema Corte non arrivasse. 

Secondo il direttore del Consiglio economico nazionale, Kevin Hassett, "ci sono altre autorità legali a cui l'amministrazione potrebbe ricorrere se i dazi di Trump venissero bloccati". Nuove misure a cui l'amministrazione potrebbe ricorrere, come, secondo l'esperto, l'introduzione di tariffe tramite la Sezione 232 o imposte specifiche per settore. Hasset si riferisce alla sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962 che consente al presidente di imporre imposte "in modo che tali importazioni non minaccino di compromettere la sicurezza nazionale", a seguito di un'indagine sulle pratiche commerciali.



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