Legacoop, pil zavorrato da dazi e incertezza
Report "Dal tira e molla dei dazi allo stallo della crescita". Gamberini: crescita ferma allo 0,5%

"La fase dell’incertezza comincia a rendere concrete le minacce già paventate nei mesi scorsi. La conferma di una flessione della previsione di una crescita del pil ferma allo 0,5% è un segnale preoccupante che evidenzia la necessità di una politica industriale e di misure economiche e commerciali più stabili e lungimiranti". Lo sottolinea il presidente di Legacoop Simone Gamberini commentando il Monitor "Dal tira e molla dei dazi allo stallo della crescita", realizzato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Prometeia.
Uno scenario, quello messo in mostra dal report, che fa il paio con dati e commenti del “Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” presentato in anteprima nei giorni scorsi (leggi notizia EFA News). Secondo il report, in estrema sintesi, l'incertezza pesa sull’attività delle imprese italiane e sulla crescita del Paese: a dominare la scena è il tira e molla sui dazi tra Stati Uniti ed Europa, accompagnato da tensioni geopolitiche e conflitti ancora irrisolti e da consumi delle famiglie che continuano ad essere molto deboli. Un quadro che impatta negativamente sulle prospettive di crescita media del pil.
Spiega Gamberini: "le nostre imprese, e in particolare il mondo cooperativo, hanno bisogno di certezze per pianificare investimenti e creare lavoro di qualità. È evidente che i dazi e l’instabilità internazionale mettono a rischio la competitività e la coesione sociale, e inevitabilmente costituiscono uno stimolo a rafforzare la capacità del Paese di innovare, diversificare i mercati e valorizzare le filiere produttive più radicate e robuste".
"Occorre -aggiunge il presidente- quanto mai a livello di sistema paese e tra istituzioni e forze economiche e sociali, un impegno ‘cooperativo’ per costruire insieme strumenti che sostengano la domanda interna e riattivino uno sviluppo che permetta di reagire all’impatto che un ciclo prevedibilmente negativo può avere sulla nostra economia; un vero e proprio patto per il lavoro e lo sviluppo per l’Italia".
Prosegue l’incertezza della politica commerciale, mai stata così alta come quella registrata a partire da novembre 2024, con un picco in corrispondenza del 2 aprile, quando il presedente Trump annunciò forti aumenti dei dazi in occasione del "Liberation Day Tariffs". Finora sono stati più di 100, nel secondo mandato del presidente Usa, i provvedimenti annunciati e le decisioni intraprese in materia di politica commerciale.
Secondo il report, nonostante l’accordo formalizzato a fine agosto tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, non si escludono ulteriori contrattazioni sulle esportazioni di prodotti farmaceutici. Inoltre, entro fine ottobre è previsto il pronunciamento della Corte Suprema USA sulla legittimità delle misure tariffarie decise dal presidente (leggi notizia EFA News).
Basandosi su dazi del 15% su tutti i beni che gli USA importano dall’UE, l’analisi di Area Studi Legacoop e Prometeia evidenzia come il dazio medio effettivo salirebbe al 16% rispetto al 2,2% del 2024, con un impatto sulla crescita del pil italiano pari a -0.4/-0.5 punti percentuali cumulati nell’arco di due anni, che risulterebbe più forte se si tenesse conto anche dell’apprezzamento dell’Euro sul dollaro.
Nel nostro Paese, nel primo trimestre dell’anno in corso le esportazioni di merci e servizi in volume sono aumentate molto (il 2,1% in più sul trimestre precedente), per un probabile effetto di anticipazione degli aumenti attesi dei dazi. Rilevante è stato, infatti, il contributo dell’export italiano verso gli USA anche se il secondo trimestre registra il contraccolpo negativo, con le nostre esportazioni che calano, in volume, dell’1.7% rispetto al primo trimestre.
Le prospettive del PIL 2025
Dopo un primo trimestre positivo (+0,3% sul periodo precedente), il pil italiano ha registrato un calo dello 0.1% nel secondo trimestre, riflesso sia del contraccolpo negativo sulle esportazioni dopo l’effetto anticipazione nel primo sia della debolezza dei consumi. In prospettiva, gli indicatori congiunturali non evidenziano, per il terzo trimestre, un’inversione di tendenza nel ciclo italiano, che rimarrà caratterizzato da un’evoluzione particolarmente debole del pilL.
Secondo le stime contenute nel Monitor, il 2025 si chiuderà con una crescita media del pil attorno allo 0.5%, grazie soprattutto al contributo positivo degli investimenti del PNRR.
EFA News - European Food Agency