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CLARA MOSCHINI

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Cereal Docks, autoproduzione energetica all'82%

Il gruppo attivo nella prima trasformazione agroalimentare investe nel fotovoltaico: mira ad 11 Mw nel 2023, e 16 nel 2024

Cereal Docks si mette in mostra nella catena logistica nazionale per autoproduzione energetica. Deriva infatti da autoproduzione con fotovoltaico e impianti di cogenerazione l’82% del fabbisogno elettrico del gruppo vicentino attivo nella prima trasformazione agroalimentare, per la produzione di ingredienti come farine, oli e lecitine, derivati dai semi oleosi (soia, girasole e colza) e cereali (mais, grano, orzo) destinati, tra l'altro, ad applicazioni nei settori alimentare, farmaceutico, nutrizione animale ed energetico.

"Per quanto riguarda il tema energetico gli investimenti nel fotovoltaico hanno portato ad impianti della portata di oltre 7 Mw oggi, che diventeranno 11 Mw a inizio 2023, con un ulteriore incremento previsto entro il 2024, per un totale di 16 Mw -spiega Giovanni Fanin, finance e risk manager, seconda generazione della famiglia proprietaria-. Investimenti cui si sono affiancati nell’ultimo triennio una serie di importanti interventi nei processi produttivi per la riduzione dei consumi energetici".

L'azienda esibisce un fatturato 2020 di 844 milioni di Euro e ha una previsione del bilancio in corso a 950 milioni con obiettivo a 1,1 miliardi al 2024: nei suoi sette stabilimenti produttivi e tre centri di stoccaggio effettua la prima trasformazione agroalimentare per la produzione di ingredienti derivanti da oltre 2,7 milioni di tonnellate l’anno di cereali e semi oleosi, utilizzati in vari settori food e non-food.

L’impegno per la sostenibilità ambientale, economica e sociale nel modello di business del gruppo si articola dalle filiere agricole, da cui nascono le materie prime, attraverso i processi produttivi, la gestione del ciclo dei rifiuti secondo le logiche della circolarità, fino all’approccio all’innovazione e alla logistica.

"L’azienda è già allenata ad applicare il risk management a ogni ambito perché deve fare i conti con un prezzo unico di riferimento per tutto il mercato fissato dalla borsa di Chicago -aggiunge Fanin-. Ecco che diventa fondamentale eliminare o ridurre l’impatto di ogni variazione esterna tramite le opportune operazioni di copertura del rischio valuta/prezzo".

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EFA News - European Food Agency
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