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CLARA MOSCHINI

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Il 2022 è stato l'anno dei delisting in Borsa

Ben 23 società se ne sono andate: tra queste l'agroalimentare La Doria. In attesa Autogrill

Più ancora che per l'inflazione galoppante e per la guerra, il 2022 sarà ricordato per il gran numero di delisting in Borsa Italiana. Sia chiaro: a penalizzare l'equity è stato, in tutto il mondo, un contesto di mercato negativo e volatile. L'Italia, però, ha svettato con più delisting: ben 23, con eccellenze come Exor, che è quotata ad Amsterdam, Falck renewables, banca Finnat, tanto per citarne tre fra le più in vista. 

Il valore delle società che hanno già lasciato Piazza Affari è di 28,3 miliardi di Euro: supera 43 miliardi di Euro tenendo conto anche di quelle società che, come Exor, si sono semplicemente trasferite altrove. Sommando anche i valori di mercato dei delisting già annunciati ma ancora da realizzare, come Autogrill e Dea Capital, la cifra sale a 46,5 miliardi di Euro. 

Tra le 23 delistate, e quelle in attesa, qualcosa riguarda l'agroalimentare. Parliamo di La Doria, attiva nella produzione di derivati del pomodoro, sughi, legumi e succhi di frutta a marchio della grande distribuzione. L'Opa di Amalfi Holding , a maggio, ha avuto successo col risultato di avere determinato la sospensione delle azioni La Doria dalla quotazione sull'Euronext Star Milan nelle sedute del 25 e del 26 maggio 2022 e di avere revocato dalla quotazione la società a partire dalla seduta del 27 maggio 2022 (vedi notizia La Doria, addio alla borsa dopo opa di Investindustrial).

In base ai risultati dell'opa, Amalfi Holding (società controllata al 65% dal fondo Investindustrial VII del finanziere Andrea Bonomi) detiene 30.374.954 azioni di La Doria, pari al 97,984% del capitale della società. 

Un altro titolo che appartiene al settore agroalimentare, ramo logistica, è Rosss, azienda quotata all'Euronext Milan e attiva nel settore della progettazione, produzione e commercializzazione di scaffalature metalliche e impianti per la gestione degli spazi commerciali e industriali. Dopo che PJ Ability ha acquistato 11.225.535 azioni ordinarie Rosss, pari al 97,02% del capitale, Borsa Italiana ha disposto che le azioni Rosss venissero sospese dalla quotazione sull'Euronext Growth Milan nelle sedute del 10 e dell'11 novembre 2022, e revocate dalla quotazione a partire dal 14 novembre. 

A fine dicembre 2021 si contavano 232 società sull'Euronext Milano (di cui 74 aderenti al segmento Star): adesso sono scese a 221, di cui 75 Star. Un altro gruppo di aziende ha già annunciato che se ne andrà appena la Consob avrà chiuso gli adempimenti burocratici. 

Tra queste, allo Star, c'è Dea Capital che ha chiuso i primi nove mesi 2022 con 26,4 miliardi di Euro di asset in gestione e mantiene forti interessi nell'agroalimentare tramite Dea Capital Alternative Funds sgr. Per citare solo le ultime operazioni orchestrate da Dea Capital Alternative Funds sgr, abbiamo la cessione del 100% del capitale di Gelato d’Italia al fondo americano Davidson Kempner, oltre all'acquisto dell’85% di Apicultura Vangelisti e il 55% di International Food (vedi notizia Dea Capital, 26,4 miliardi in gestione a fine settembre). 

In attesa di delisting allo Star c'è anche Autogrill in attesa che, nel 2023, si consumi il matrimonio con la svizzera Dufry (vedi notizia Dufry-Autogrill, matrimonio nel 2023 e 87 milioni di dote). Al closing, previsto per il primo trimestre del 2023, Dufry lancerà un’opa rivolta agli azionisti di minoranza di Autogrill, finalizzata al delisting, al prezzo di 6,33 Euro. Il prezzo dell'opa equivale al prezzo medio di Autogrill nei 3 mesi precedenti il prezzo undisturbed. 

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EFA News - European Food Agency
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