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Greenitaly/2. Le piante come infrastrutture ambientali

A Fiere di Parma, si parlerà anche della sperimentazione su una nuova varietà resistente

Un fronte su cui anche l’Italia può crescere. "All’estero c’è più attenzione per la cultura della pianta come elemento strutturale del paesaggio. È una lezione da cui possiamo imparare molto, anche nel rapporto tra pubblico e privato", spiega Davide Romiti, alla guida dell’azienda centenaria Romiti Vivai, una delle aziende presenti a Greenitaly (leggi notizia EFA News).

La realtà toscana (oggi alla sua quarta generazione), che negli anni ha collaborato con amministrazioni e paesaggisti in diversi Paesi europei – dalla Francia alla Germania, dai Paesi Bassi all'Uzbekistan, dove per una delle moschee più grandi della regione è stato creato un giardino chiamato ad adattarsi a temperature che oscillano tra i -25 gradi invernali e i 50 estivi.  Un’azienda che ha maturato un’esperienza solida nel trattamento del verde come infrastruttura al servizio del paesaggio e delle città. Romiti rappresenta con lucidità la complessità del mestiere: un equilibrio tra saperi tradizionali, innovazione e adattamento climatico.

"C’è ancora molta strada da fare per rafforzare la cultura della pianta e la formazione tecnica nel nostro Paese. Oggi è difficile trovare gente preparata. Anche i garden center faticano a reclutare personale in grado di consigliare davvero i clienti. Eppure servono sempre più figure capaci di leggere il contesto, scegliere la pianta giusta, intervenire con consapevolezza. Trattare bene una pianta significa trattare bene i luoghi che abitiamo". Per Romiti, la pianta è molto più che decoro: è parte di un’infrastruttura ambientale da progettare e manutenere con rigore tecnico e visione lunga. "Collaboriamo con le pubbliche amministrazioni, ma ci vorrebbe una collaborazione più sistemica, continuativa. Chi lavora con le piante ogni giorno può offrire suggerimenti concreti e aggiornati su quali specie funzionano meglio, in quali contesti, con quale manutenzione". In questo senso, il dialogo tra vivaisti e amministrazioni pubbliche rappresenta una risorsa ancora sottoutilizzata. Una nuova alleanza professionale tra pubblico e privato potrebbe rafforzare la qualità progettuale e gestionale del verde urbano, trasformandolo da bene accessorio a presidio ecologico condiviso.

Come sottolinea sempre il rapporto Ispra 2024, la pianificazione del verde in Italia soffre spesso per l’assenza di una governance strutturata, con la mancanza di regie stabili che rende frammentari gli interventi, spesso affidati a logiche emergenziali. In questo contesto, i professionisti del verde – vivaisti, agronomi, paesaggisti – possono diventare partner attivi delle amministrazioni, fornendo orientamento progettuale, competenze aggiornate e soluzioni concrete per una gestione più resiliente e sostenibile degli spazi pubblici.

La sfida è particolarmente rilevante nei parchi storici e giardini monumentali, dove molte specie non reggono più alle nuove condizioni ambientali. Le minacce arrivano da più fronti: il cambiamento climatico altera stagioni, umidità e resistenza delle piante, mentre la globalizzazione del mercato florovivaistico ha favorito la diffusione di patologie emergenti, insetti e funghi prima sconosciuti.

Romiti porta l’esempio concreto del bosso (Buxus sempervirens), simbolo del giardino formale, messo a dura prova dalla piralide e da parassiti invasivi. È proprio a Versailles, uno dei più importanti parchi storici europei, che l’azienda toscana ha fornito una varietà resistente, divenendo l’unica realtà italiana autorizzata alla vendita di questa selezione. "Stiamo lavorando con una nuova varietà resistente, sviluppata in Giappone e distribuita in Italia da un’azienda europea. Una soluzione concreta che consente di mettere a dimora il bosso nei parchi storici, salvando il disegno originale ma adattandolo alle sfide ecologiche di oggi". Il verde, chiamato a essere infrastruttura ecologica collettiva, unisce memoria e trasformazione, cura e innovazione. Il giardino, oggi più che mai, è – come scrive Gilles Clément – un luogo di resistenza: non solo estetica, ma civile.

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EFA News - European Food Agency
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